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Buon pomeriggio a tutti, oggi mi sento presa da un argomento molto interessante almeno per me: Il tempo. Ognuno il tempo sa viverlo a modo proprio ma credo che sia un dato di fatto che sia scandito dall’orologio (secondi, minuti, ore, giorno, notte). La mia attenzione ovviamente va al modo in cui noi lo viviamo, lo gestiamo e, a volte proprio lo gettiamo.
Anche se un minuto dura 60 secondi, un’ora 60 minuti e via discorrendo non tutti abbiamo la stessa percezione del trascorrere del tempo. Parto dalla faccia “meno seria” del tema: chi vive correndo, chi vive tardando. Beh sicuramente concorderete con me, che entrambi gli atteggiamenti siano insani.
Correre fa male alla propria salute, sia fisica che mentale. La fretta non aiuta ad essere più efficienti in nessun settore della nostra vita, anzi spesso ci fa commettere degli strafalcioni anche molto gravi: magari perché correndo correndo ci stanchiamo e l’attenzione cala, o perché nella fretta si diventa superficiali, ma in ogni caso il nostro livello di stress aumenta.
Poi esistono i ritardatari, bella questa grande fetta di popolazione che si nasconde spesso dietro scuse banali per i propri ritardi. Beh, i ritardatari non si stressano, bensì stressano chi li attende. Inoltre chi tarda anche nel raggiungere il posto di lavoro, o nella consegna di un lavoro, a volte vive delle conseguenze negative per il suo comportamento poco affidabile. Ad un appuntamento (non necessariamente di lavoro), tardare è mancanza di rispetto. Non discuto certamente quei 5/10 minuti di ritardo occasionali che possono capitare a tutti. Ma chi costantemente vive nella pretesa che l’altro possa aspettare, dovrebbe imparare a gestire i propri impegni ipotetici (dietro i quali spesso si nasconde) in modo più adeguato. Tutti abbiamo impegni, ma non tutti ritardiamo.
Poi esistono persone che proprio il tempo lo gettano via, come se la vita non dovesse mai terminare. Mi chiedo come sia possibile!!!! La nostra esistenza ormai è contornata e costituita da precarietà: come si può lasciare andare via mesi, anni, a volte molto di più semplicemente perché per la soluzione di “quel problema “, POI SI VEDE?!
Oggi le persone vengono considerate giovani fino a 47/48 anni, anche 50 anni!!!! Ebbene, mi farebbe comodo considerarmi tale, dato i miei 42. Ma no!!!! Io mi reputo una donna, non una giovincella e sono fiera di esserlo e di non apparire sempre come quella ragazza magari che a 42 anni non ha ancora deciso come e cosa fare della propria vita!! Vi assicuro che potrei citare molti esempi per farvi capire come sarebbe semplice per me avere un comportamento e un atteggiamento diverso da questo. Ne cito uno: Non ho terminato gli studi universitari. Più volte molte persone mi hanno consigliato di riprendere le “sudate carte” e finalmente realizzare qualcosa che è stato interrotto non dalla mia espressa volontà. Io non ho mai voluto farlo. Il motivo principale è che esiste un tempo per ogni cosa. Certamente può dispiacermi non essermi realizzata in ciò che all’inizio della mia formazione avevo immaginato e per cui ho comunque lavorato. Ma oggi sono mamma di una bimba di appena 10 mesi. Lo considero un dono e passare il mio tempo a studiare per me non sarebbe saggio. E’ una grande opportunità crescere mia figlia, occuparmi di lei e delle persone che amo in modo affettuoso, seppur sicuramente imperfetto, mi rende felice. Questo per me significa stare dentro il tempo, il mio. Magari quando Sara avrà 20 anni, potrei iscrivermi all’università della terza età??? Perché no?! 😉 Non è una questione di sentirmi inopportuna o incapace, è che so che il mio posto adesso è questo. Il tempo della laurea è passato già da un po’, per chi come me, voleva realmente realizzare un sogno professionale!!! Sarebbe inutile adesso appendere una laurea al muro. “Il pezzo di carta” mi è indifferente ora come allora: ciò non significa che non sarebbe una soddisfazione laurearmi, ma adesso la mia vita e i miei spazi sono talmente pieni di ciò che ho da donare, che non voglio spendere energie per altro.
Sicuramente avrei potuto lavorare, essere una persona più autonoma economicamente, ma quando la vita ti mette di fronte a dei bivii, devi scegliere e io l’ho fatto nella consapevolezza che se ci sarò ancora, anche la laurea avrà più senso quando sarò una signora anziana che ha ancora voglia di vivere e fare avverare un desiderio, oltre al fatto di tenere la propria mente allenata.
Tutto questo lo affermo perché ho avuto una vita moto piena. Un ventennio circa è stato difficilissimo, e credo di aver gettato il mio prezioso tempo, senza parlare, senza essere intensamente felice, senza riuscire a mostrare i miei sentimenti e passioni. Ho dovuto lavorare sodo, per ritrovarmi adesso, a 42 anni, una donna che si sente bene con se stessa e che pur non avendo rispettato lo schemino che si era fatta di sé, si è lasciata sorprendere da alcuni eventi traendo giovamento anche dalle peggiori esperienze della sua vita. Potrei pensare che allora non sia stato tempo perso: “certo, sarebbe facile e comodo per me”!!! Ma non per chi mi è stato accanto: la mia famiglia, alcuni amici veri che ancora ho al mio fianco, mio marito. Queste relazioni sono state per anni deficitarie a causa mia. Non soffro di sensi di colpa, ma sono consapevole che avrei potuto, se fossi stata felice e tranquilla, donare di più e rendere le mie relazioni meno complesse.
Oggi vivo il mio tempo così: non posso recuperare gli anni e l’affetto o le parole non dette, ma sicuramente posso scegliere di vivere intensamente ogni istante della mia esistenza. Questo non significa correre, perché ciò inficerebbe la qualità di qualsiasi cosa io faccia. Ma significa profondamente cercare di spendere al meglio ogni attimo con tutto il mio cuore.
Devo essere grata a mia figlia per questo, che mi ha ridato la capacità di brillare. Ma sono anche grata alla vita (e quindi a Dio), che ha continuato a scorrere donandomi cose che mi hanno aiutata a essere capace di maturare delle scelte così importanti, radicali a volte. Ha messo sul mio cammino persone con cui non saprò mai sciogliere il legame, in primis mio marito. Ma anche il nascere in una famiglia che mi ha sempre amata veramente. Conoscere persone, amici ed amiche sincere, scegliere di fare psicoterapia, iniziare un percorso di fede, sono tutte parti del mio tutto, un tutto che continua a girare intorno alla parola AMORE.
Perché quando si vive con e nell’amore, sempre e comunque, si impara a stare dentro al tempo, che a volte sembra lento…lentissimo; a volte vola via veloce non puoi credere di ritrovarti già grande o semplicemente la sera letto stanca morta dove pensavi che la giornata non sarebbe mai terminata. Ma carissimi cuorEducati, tutto è relativo!!! Giorni che passi senza far nulla e più non fai nulla più ti passa la voglia e ti sembra di vivere a rallentatore (sprecando momenti importanti magari). Poi giorni che hai la forza di un leone e fai 100 cose in modo efficace e sereno (pensando che puoi essere fiera/o di te, perché la stanchezza vale e varrà sempre il tuo sorriso e quello di chi ami o magari per aver realizzato un lavoro o un progetto che non ti aspettavi in quel momento).
Il segreto quindi per stare dentro il proprio tempo è quello di vivere le cose con amore, passione, gratitudine e consentitemi anche di dire: consapevoli dei propri limiti e di quale sia il proprio posto.
Nel libro “Il Piccolo Principe” si parla del concetto di tempo così: “E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha reso la tua rosa così importante”. Ho citato questo libro che consiglio vivamente ad adulti e bambini perché in ogni sua parte esiste una sapienza che potrà essere d’aiuto a ciascuno nella propria vita. A me ha dato tantissimo.
Vi lascio con una scena del film di animazione tratto da questo libro, nelle sale nel 2015…per chi non lo avesse visto, beh…coraggio, non siate timidi e soprattutto NON PERDETE ALTRO TEMPO!!! Sarebbe bello se già da bambini si comprendessero certecose. ❤