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Buongiorno a tutti, il tema di stamattina è molto caldo! Si tratta del fallimento. L’immagine che ho scelto è dettata dal sapore amaro di ogni sconfitta , che tutti noi proviamo quando si verifica. Dico che è del tutto normale questa sensazione, questo dispiacere.
La vita è una storia molto complessa sia nel bene che nel male, ed è cosparsa di sfide, io amo chiamarle così. Ad oggi il mio approccio agli ostacoli è questo! Non mi piace guardare il bicchiere mezzo vuoto, anche se certe volte è molto difficile.
Credo che fallire sia qualcosa di comune a tutti noi essere umani. Nessuno è perfetto e spesso, anzi spessissimo, si commetteranno degli errori. Ora cosa farà la differenza tra una persona ed un’altra? Il modo in cui si reagisce a questo fallimento. “Cosa me ne faccio io del mio fallimento? Mi piango addosso? Vivo di frustrazioni? Mi arrabbio con me stesso? Colpevolizzo gli altri? Faccio la vittima”?
Queste reazioni sono molto comuni, e rendono giustizia a quel comune sentire per il quale, NON SI PUO’ , NE’ SI DEVE SBAGLIARE!!! E’ necessario essere perfetti e performanti, il mondo, noi stessi, l famiglia, il partner spesso ci fanno sentire dei perdenti se commettiamo un passo falso. Sono situazioni quotidiane purtroppo, ma nascono da sovrastrutture e preconcetti. E più diventiamo adulti in questo senso “deviati”, più resteremo infantili e le nostre vite saranno pressocchè infelici.
Se andiamo indietro di 2020 anni fà circa, il primo fallimento si è verificato con la crocifissione di Gesù. Sapete che sono credente, e che ho percorso un cammino di fede molto tosto che mi ha insegnato che la croce, è vittoria della vita sulla morte. Questo a noi scandalizza perchè “uno” ( Gesù, Dio sulla terra) che si fa crocifiggere per salvare l’umanità, sembra solo un perdente, un pazzo megalomane, uno che non vince, uno che dice di essere un Re ma muore per mano di noi comuni uomini, per la loro salvezza!!!!
La visione cristiana che è la mia, mi insegna che il fallimento è altro!!! Saper portare la croce, vivere una morte anche interiore, dell’animo, attraversare il dolore, porta a rinascere, e credere che sul cemento, possa spuntare un bellissimo fiore colorato..si proprio lì dove nessuno si è impegnato a seminare, a coltivare nulla.
Però al di là del Cristianesimo che abbraccio con tutta me stessa, anche se prendiamo un banale manuale di psicologia moderna e/o pedagogia non ci dirà qualcosa di diverso, anche se spiegato in altri termini. Saper ripartire dal fallimento, rialzarsi, non giudicarsi, nè prendersela con se stessi o il mondo, per le proprie cadute e ferite, oggi viene chiamato “RESILiENZA”. A dire il vero, personalmente reputo si sia persino abusato di questo termine, che in ogni caso è molto interessante e ricco di spunti di riflessione. E’ diritto di ogni uomo e donna essere tristi, delusi, perchè abbiamo scelto male, abbiamo operato male. Oggi pare che non sia “normale”, dobbiamo per forza essere “resilienti”!!! Ebbene, rialzarsi, ricominciare, sono cose ottime, e meglio che vada così, ma diamo il giusto tempo a ciascuno di elaborare e capire dove, come e perchè abbia sbagliato/fallito. Non tutti hanno gli stessi tempi e mezzi, tra limiti e problematiche legate anche al tempo che si ha da dedicare alla riflessione.
Come è chiaro, il tema è complesso. Non esiste una regoletta. Per cuorEducato, al di la di ogni discorso, della retorica e della resilienza, è molto importante cercare di star coi piedi ben piantati a terra e soprattutto, non restare nel nostro infantilismo, che ci fa battere i piedi a terra quando qualcuno ci riprende, o quando noi stessi ci rendiamo conto dei nostri limiti. Perdonarsi, concedersi l’errore, saper ricominciare, prendere in mano tutto, rimescolando le carte e provare a formulare qualcosa di bello, sono le armi che ci faranno essere vittoriosi.
Ho usato un aggettivo scelto con cura: vittorioso. Non si tratta di essere vincenti o perdenti, ma di superare un fallimento, alleggerendo il peso della frustrazione.
Fallisci quando non sai amare, quando non sorridi, quando ti lamenti e basta, quando vivi nel giudizio e nel senso di colpa, quando menti a tutti anche a te stesso, quando sembri sincero, e invece sei solo ipocrita, chiuso nel tuo bel castello di carta che tutti vedono perfetto, ma che è destinato a crollare. Fallisci quando hai tradito, e intendo per tradimento qualcosa che va oltre una relazione extraconiugale. Perchè si può tradire in troppi modi e non solo in amore!!!! Fallisci quando pensi che sei un fallito, che la vita deve per forza andare così, però solo a te, come se fossi “speciale”, uno che è nato sotto una cattiva stella, un piccolo Calimero dei nostri giorni. Falliamo quando siamo assenti, quando non siamo benevoli e gentili, quando corriamo nella totale disattenzione verso l’altro. Falliamo quando diciamo si, ma senza cederci o quando diciamo no, solo per vendicarci. Si fallisce tutte quelle volte che ci reputiamo furbi, o lo siamo…credendo che il furbo cela fa, mentre il buono/ingenuo perde e sempre perderà. Fallisce chi vive di raccomandazioni, chi scavalca, chi ruba( ruba la fiducia, ruba un sogno, ruba a lavoro perchè non lo ama, ruba la moglie ). Ecco non si rubano solo soldi!!!! Ma continuerò sempre a sostenere che nella vita si può cambiare, si può diventare persone migliori, soprattutto quando si hanno delle forti motivazioni.
Non è mai la fine, Mai!!!! Possiamo ripartire dai nostri errori, comprendere in che punto ci siamo bloccati, siamo stati superficiali, o altro. Il vittimismo ci porta all’autodistruzione, mentre la capacità di crescere attraverso non solo i successi, ci farà sentire persone migliori... e lo saremo!!!!
Vi saluto con una nota canzone del mio amato Lucio battisti, che con “I giardini di marzo” ha accompagnato questo mio articolo per associazione di idee. “Vorrà dire qualcosa”?!!!
Stefania, che ad ogni errore, ad ogni passo falso, un’opportunità, a volte..un nuovo inizio.