Buongiorno a tutti,oggi ho a cuore scrivere della mia città, la mia Napoli. Io abito in provincia da sempre, ma molte delle mie più importanti esperienze, tra cui quella scolastica, come anche il semplice acquisto di abbigliamento o altro, l’università, una passeggiata, l’infanzia a casa della nonna nel centro, l’ho vissuta a Napoli..
Buongiorno carissimi cuorEducati, 20 giugno 2020, inizia l’estate e a me tornano in mente quante ne ho passate, per motivi personali e soprattutto proprio in questa data, a pensare e a riflettere su questo dubbio che spesso si è tramutato in certezza: in amor vince chi fugge? Ebbene questo è il tema dell’articolo di oggi.
Beh, credo di essere una persona con una capacità di ascoltare l’altro,abbastanza efficace, soprattutto se sono tranquilla all’interno di quella relazione, ma in generale, posso affermare di essere in grado di mettere da parte i miei problemi e pensieri, per dareun po’ di attenzione anche al passeggero seduto accanto a me sul treno, che ha voglia dichiacchierare.
Cari cuorEducati, oggi parlo di un argomento molto serio e molto importante per me: il senso di solitudine. La solitudine nella mia vita ha avuto un ruolo davvero molto forte perché, pur avendo avuto una famiglia accanto che mi vuole e mi ha sempre voluto bene, ne ho sempre provato il grande gusto amaro.Non so esattamente come sia cominciato tutto questo vuoto che ho provato dentro, né il momento preciso in cui la mia vita sia stata segnata così profondamente da regalarmi questo che a volte scherzando io chiamo “il mio sesto senso”, quello che so è che ha condizionato molto e a volte condiziona ancora la mia vita. Mi sono sentita sempre come ci si sente nel bel mezzo di una festa a cui non sei stato invitato.
Buonasera a tutti! Oggi mi sento ispirata da questo dubbio che mi attanaglia la mente da sempre: ma le cosiddette persone ignoranti sono veramente felici?E invece quelle intelligenti davvero soffrono di più? Cari cuorEducati credo che non riuscirò mai a comprenderlo fino in fondo. A volte mi è capitato di pensare che questi fossero luoghi comuni, ma altre invece, mi sono arrabbiata per il fatto di appurare che nella vita le persone che non avessero la comprensione di alcune situazioni, fossero sempre tranquille, mentre io, sempre inquieta.
Buon pomeriggio a tutti, oggi mi sento presa da un argomento molto interessante almeno per me: Il tempo.Ognuno il tempo sa viverlo a modo proprio ma credo che sia un dato di fatto che sia scandito dall’orologio (secondi, minuti, ore, giorno, notte). La mia attenzione ovviamente va al modo in cui noi lo viviamo, lo gestiamo e, a volte proprio lo gettiamo.
Anche se un minuto dura 60 secondi, un’ora 60 minuti e via discorrendo non tutti abbiamo la stessa percezione del trascorrere del tempo. Parto dalla faccia “meno seria” del tema: chi vive correndo, chi vive tardando.Beh sicuramente concorderete con me, che entrambi gli atteggiamenti siano insani.
Cari cuorEducati,oggi affronterò un tema dai mille volti, che tutti dicono di considerare importante, il governo dice di occuparsene con mille promesse, il genitore “medio”, convinto della sua maestria, sa solo lamentarsi della carenza da parte delle istituzioni, e del fatto che è stanco di fare tutto da solo. Il tema in questione è perl’appunto, L’INFANZIA.
Sono sempre stata una persona, una donna, una mamma adesso,molto attenta al mondo dei bambini e ho sempre provato molta tenerezza per loro ed invece, moltarabbia,nei confronti di tutti coloro che non hanno nessuna considerazione o fanno finta di averne nei loro confronti.
Buonasera cuorEducati, la mia attenzione in questo periodo è spesso rivolta al concetto di VERITA’, tema di questo nuovo articolo. Prima di tutto mi va di fare alcune precisazioni seppur scontate, ma importanti e necessarie.La verità ha in sé il valore intrinseco della sincerità e per questo non è di base qualcosa di negativo. Quando si riesce ad essere veri e autentici con qualcuno o con tutti, se dall’altro lato esiste una, o più persone capaci di capire cosa ci motiva, allora la relazione o la comunicazione risulta buona, direi efficace.
E’ inoltre molto importanteche in questo modo di relazionarsi si sia in due, ovvero, se io sono vera, e l’altro invece no, o magari edulcora le cose da dirmi sempre e comunque, non andremo d’accordo. Altra precisazione da fare è quella secondo cui esistonomoltissime persone che non solo vogliono dire sempre la verità,ma mai e poi mai vorranno sentirsela dire.
Cari cuorEducati, oggi tratto di qualcosa di molto frequente nelle nostre relazioni che molto spesso viene spacciata per cosa giusta e sana, ma soprattutto normale: la competizione.Vorrei essere chiara su questo concetto da cui ho deciso di partire: LACOMPETIZIONE, QUANDO SANA, E’ e sarà SEMPRE UNO STIMOLO IMPORTANTE INUNA GARA. Ecco, pongo l’accento sulla “questione GARA”: in questo caso, ci può stareche gli atleti competano tra loro per raggiungere un obiettivo.Per obiettivo intendo non necessariamente LA VITTORIA,ma magari un traguardo personale per un partecipante. E’ questo che dovrebbe animare, e molto spesso per fortuna anima, gli atleti seri. Chi gareggia o gioca solo per VINCERE per cuorEducato non ha compreso molto bene il significato dello sporte soprattutto quel detto che dice: “l’importante è partecipare” e aggiungo io,DIVERTIRSI!!!!
Cari cuorEducati oggi tratto di un tema un bel po’ complesso con origini psicologiche che a volte sfociano in vere e proprie forme psicopatologiche. La mia intenzione di base non è quella di soffermarmi oltremodo sui meccanismi psichici, ma di far intendere solo come nasce il senso di colpa e perché condiziona tanto,a volte troppo la nostra vita.
Sono dell’idea che sentirsi in colpa sia un meccanismo del tutto normale in ciascuno di noi: una sorta di reazione a qualcosa che abbiamo fatto, detto, a volte pensato, che abbia creato in noi un disagio tale da prendere in considerazione l’idea di riparare a quell’errore. Ovviamente quando parlo di errore, ne parlo in senso generale: se qualcosa per me è un errore, per gli altri può anche darsi non lo sia!
Buongiorno a tutti. Oggi apro con un articolo che genererà una voragine sia nel mio cuore che in coloro che si identificheranno con tutta una serie di argomenti in discussione stamattina: l’accettazione del proprio corpo. Ho aperto con un titolo che già vuole esprimere una mia idea: non esistono solo donne curvy per cuorEducato,ma anche uomini curvy. A me piace non stereotipare niente e nessuno in nessun modo, altrimenti in questo caso che appunto riguarda il corpo, per l’ennesima volta stiamo facendo sessismo e legando un etichetta , quella “curvy”, solo alle donne , quasi per edulcorare un concetto che ancora oggi molti fanno fatica ad accettare e a comprendere. A me questo proprio non va giù!
Non reputo assolutamente onesto e accettabile che una donna con dei chili in più possa essere “abbellita” dal concetto di curvy, e un uomo grassottello invece no. Magari la ragionerisiede nel fatto che ad un uomo sia stato sempre concesso di essere grasso o meno bello,diciamo imperfetto e invece ad una donna no.Ma il punto è: “Abbiamo mai approfondito il modo in cui un uomo, un ragazzo magari viva il rapporto col propriocorpo? Chi dice che gli adolescenti maschi non abbiano delle ferite dell’anima a causa del proprio aspetto o del modo in cui percepiscano la propria immagine?”