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Salve a tutti cari cuorEducati, è la notte della befana e non riesco a dormire. Sono emozionata per domattina, perché mia figlia riceverà i suoi regalini e immagino il suo sorriso.
Stanotte ho voglia di condividere la mia esperienza personale riguardante la CLOWNTERAPIA. Beh, voglio già confessarvi che dopo vari mesi in cui mi sono sperimentata in questo mondo, ho mollato. In quel periodo mi metteva a dura prova, emotivamente, girare per i corridoi di un ospedale , a rallegrare dei bambini ricoverati. Io davvero, ci stavo tanto male soprattutto durante! E più ci stavo male, più mi impegnavo, e credo di essere stata un “buon clown “.
Quando 12 anni orsono incominciai questa avventura, il volontariato mi affascinava molto, soprattutto quello laico e seguii cosi un corso di preparazione di 2 giorni per fare spazio al clown che era dentro me..è solo che io non lo sapevo!
Il clow ride, ride sempre anche se è triste. La felicità degli altri è fondamentale per un clown e Soprattutto NON È CAPACE DI DIRE DI NO!
Al corso scegliemmo dei nomi-clown, ed anche io lo feci. Non ebbi dubbi nello scegliere il nomignolo con cui mi chiamava la mia sorellina da piccole: Gnagna. Imparammo un po a truccarci, a fare giocoleria, palloncini, giochi di prestigio e soprattutto facemmo un bel lavoro di introspezione per cercare il clown, forse un bambino , e la sua voce. Esercizi di contatto e molta condivisione di gruppo furono un mondo nuovo in cui decisi di lanciarmi.
Il mio clown parlava con un accento russo e ci costruii una storia particolare intorno. Era molto bello vivere quella esperienza, ma una volta in ospedale, io mi sentivo troppo bisognosa per poter dare.
Quei bimbi erano troppo generosi coi loro sorrisi dolci e teneri ed io non riuscivo ad accettare la loro ospedalizzazione.
Oggi che ho vissuto l’ esperienza in TIN con mia figlia appena nata, so che non avevo torto su come mi sentissi. Sono a volte troppo empatica e soffro molto le lacrime e i dolori altrui.
Ma voglio puntualizzare, che anche se ho mollato, lo rifarei perché è stata un’esperienza assolutamente arricchente...anche se non ero pronta.
Vivere il volontariato, soprattutto per gli ammalati, deve essere una vocazione una chiamata!! Se non ci si riesce per fragilità propria, non bisogna sentirsi in colpa.
Per chi volesse intraprendere un percorso del genere, bene!!! Vi auguro di vivere a pieno questo immenso mondo della CLOWNTERAPIA come Patch Adams ha fatto. Un uomo speciale a cui tutti dovremmo ispirarci, soprattutto i medici ed il personale sanitario tutto. Un sorriso può salvare una vita!!! È vero!!!
Io a questo ho sempre creduto molto..ma ero troppo CLOWN nella mia vita, per poterlo tirare fuori solo per un ora!!
Oggi ho imparato a dire i miei no, ed è difficilissimo. Faccio fatica da morire!! Ma ciò non mi fa avere paura di vivere.
Vi saluto con una scena del film di Robin Williams: ” Patch Adams “, e dedico questo articolo a tutti i medici e personale sanitario che in questo lungo periodo da covid-19, non hanno mai mollato. da parte mia ci sarà per voi un sorriso clown, per guarire le ferite della battaglia di questo secolo.
Stefania <3