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Cari cuorEducati, con oggi sono 64 giorni che non metto il naso fuori casa. Il peso di certe mancanze comincia a farsi sentire in modo abbastanza rumoroso. Lascio subito questa parentesi di vita personale che fa abbastanza male al mio cuore, e inizio questo articolo basato su un tema molto poco approfondito a mio parere: assenza e mancanza.
Non è certo dal 12 marzo 2020 che sperimentiamo la solitudine, le mancanze e le assenze! L’unica differenza è che adesso molti si sentono obbligati a non vedersi, altri sollevati per lo stesso motivo; senza considerare le persone purtroppo scomparse che non si rivedranno mai più, proprio in questo momento in cui non è stato nemmeno possibile salutarle.
Quindi il mio è un invito a riflettere sul valore e l’importanza dell’assenza/presenza e della mancanza che ne può conseguire. Quante volte abbiamo rimandato un appuntamento o una telefonata! Quante volte ci dava noia andare a trovare qualcuno! Forse in questo momento ci sarà nel mondo qualcuno, come me, che sta cercando di crescere e di trarre degli insegnamenti da tutto ciò che sta accadendo, ma sicuramente saranno poche persone, perché purtroppo “i più” stanno lì da sempre appollaiati sul loro trespolo a giudicare gli altri e nella convinzione della loro superiorità.
Nella mia vita devo dire di aver vissuto molto fortemente il senso della solitudine, una solitudine di tipo atavico, perché sono nata in una affettuosa famiglia e ho avuto delle sorelle che hanno accompagnato in modo costante la mia esistenza. Ciò non vuol dire non poter sentirsi soli. Esistono molti tipi di bisogni legati alle relazioni sia familiari che amicali, che amorose, che possono provocare sentimenti legati al concetto di assenza e conseguente mancanza di qualcuno o qualcosa.
Non è necessario, almeno per me, ricevere una telefonata tutti i giorni se durante la chiacchierata, anche se sto metaforicamente precipitando dall’ultimo piano di un grattacielo, il mio interlocutore non fa altro che essere concentrato su di sé e i suoi quotidiani lamenti. Io percepisco questo comportamento come assenza. Ovviamente è tutta una questione di sensibilità e percezioni soggettive. Ma credo che nella propria vita ognuno scelga e si comporti sempre in fin dei conti in base al suo modo soggettivo di vivere e percepire le cose. Credo che nessuno sia così scevro dalla soggettività e quindi viva quasi “roboticamente” le cose in modo totalmente oggettivo.
Poi esistono gli assenti a prescindere!!! Beh meravigliosi!!! Non ti chiamano, non si sognano di invitarti per prendere anche solo caffè, né vogliono essere invitati. Però se gli serve qualcosa, così per magia ti cercano…che meraviglia!!! In questi casi gli assenti diventano invadenti, ingombranti, fastidiosi, egoisti, maleducati, completamente disinteressati al fatto che tu sia cosciente di quanto il loro comportamento e non comportamento sia assolutamente nauseante. Ma io dico: “se avete deciso che non volete esserci, sparite!”
Mi è capitato più volte con questo tipo di persone di provare disagio quando mi chiamavano o quando ci incontravamo, perché senza una reale relazione (fatta di molte cure e attenzioni), provavo e provo, quando ancora mi succede, soggezione. Sento il peso dell’estraneità!!!!
Queste cose accadono purtroppo anche nelle famiglie, tra gruppi di amici, in una classe a scuola. L’assenza è un fenomeno sociale. Non basta essere assenti da un luogo, si può essere presenti fisicamente, ma assenti col cuore, e c’è chi ne soffrirà.
Quando si verifica un’assenza di qualsiasi tipo sia (tranne quella logistica), oppure se ne prende coscienza, all’inizio ci starai davvero male, perché se hai un “briciolo di sale in zucca” ti farai molte domande anche sul perché di questa assenza determinata da una scelta voluta, ti sentirai rifiutato e ti sentirai anche sbagliato in qualche parte di te. In una fase successiva, almeno a me succede così, prendi le distanze e vedi la situazione per quella che è, e l’unico pensiero che riesci ad avere è: “Mi dispiace per voi, non sapete cosa vi state perdendo, e se lo sapete, provo ancora più pena!” Non è presunzione, assolutamente, ma ogni relazione mancata “TOGLIE”, soprattutto per quanto riguarda le relazioni base della vita di ciascuno di noi. Ebbene a me queste persone non mancano, non più. Ho avuto il bisogno sano di distanziarmi da sentimenti amari e di cui non riuscivo nemmeno a spiegarmi il motivo.
Le vere mancanze sono ben altre!!!! Quando una persona vola via, oppure tua moglie/marito ti abbandona, quando un amico si allontana, quando tuo padre non ti parla da mesi, anni a volte. Però ciò che accomuna le vere mancanze è che prima di verificarsi, la situazione era ben diversa!! Cioè esisteva un affetto, una relazione concreta e vera con chi si è allontanato per qualsivoglia motivo. Non è colpa di nessuno, cuorEducato è consapevole che la perdita o l’allontanamento come la fine di qualcosa, facciano parte della nostra vita. Ma fa tanto male! Il vuoto che si sente è incolmabile mentre solo le lacrime sembrano riempire i tuoi occhi ed i nodi la tua gola. Prima o poi impari a conviverci e diventi adulto.
Voglio sottolineare che per cuorEducato in ogni caso, meglio soffrire per una mancanza ed elaborarla, che vivere la costante e ingombrate assenza di chi sceglie di non esserci, magari rompendo anche un po’ le scatole ogni tanto!
Vi saluto con un pezzo di Vasco che sembra parli di una mancanza della donna amata, che in realtà il nostro caro Vasco ha dedicato a suo padre. Credo sia la mia canzone preferita del suo repertorio. Si intitola: “CANZONE”.
Stefania, alla mia famiglia che mi manca tanto. NON VEDO L’ORA DI RIABBRACCIARVI ❤