Un banco di prova: la scuola

Cari cuorEducati, oggi ho deciso di trattare un argomento molto importante per tutti noi: la scuola. Ecco, la scuola è un banco di prova, dove si insegnano tante cose e dove chi ha la fortuna di avere famiglie alle spalle ed un corredo genetico che glielo permetta, riesce ad apprendere non solo nozioni sulle varie materie che si studiano, ma riesce ad imparare a vivere, crescere, avere spirito critico.

Nella mia vita, la scuola ha avuto una importanza fondamentale, quella dell’obbligo e non. Sapete, ricordo ancora i nomi delle mie maestre della materna, e la maestra Lisa, insegnante elementare è stata un grande punto di riferimento per me. Quando iniziai le scuole elementari la struttura era una specie di negozio sulla strada adibita a scuola, che tempi!!! Non c’era un soldo, e le maestre insegnavano con passione, tra i freddi banchetti ed alunni che erano più figli che studenti. Era bellissimo!!!! Io amavo andare a scuola, pensate che mia mamma a volte per punirmi minacciava di non mandarmici!!!! Che follia la mia!!!!! Oggi i bambini come molto spesso anche allora non vedono l’ora di restare a casa magari per le vacanze estive o di Natale, si inventano mal di testa e spesso somatizzano in maniera psicosomatica qualcosa di inesistente, tanta è la mancanza di desiderio di andare a scuola.

Io ho sempre considerato la scuola una grande opportunità, una fortuna che non tutti avevano. Era così e lo è ancora!!! Solo che non lo si capisce!!!! In Africa e molti altri paesi, l’istruzione è molto più di un lusso, e per riuscire a raggiungere un luogo che lì chiamano scuola, a volte bisogna percorrere chilometri.

La mia vita scolastica è stata ricca di grandi soddisfazioni soprattutto alle scuole elementari e medie…poi ho scelto il liceo classico e lì ci sono stati un po’ di problemini…non tanto perché non avessi le capacità necessarie, ma perché appena iscritta già al ginnasio cominciai ad avere una strana ansia e la mia emotività ad ogni prova scolastica prendeva il sopravvento sulla mia preparazioneIn più ai miei tempi, il classismo vigente mi penalizzava moltissimo. Nel mio liceo i più bravi o considerati tali e di conseguenza premiati, erano i ragazzi appartenenti alle famiglie “bene”. Non che la mia famiglia fosse cattiva, ma non eravamo né ricchi né appartenenti ad una qualche casta che mi rendesse idonea e degna di una sufficienza non sudata. In più la consapevolezza di ciò mi rendeva molto antipatica con la maggioranza dei miei compagni e sempre un po’ ribelle con i professori che di più lo davano a vedere. Insomma mai mi sono completamente integrata e dei miei compagni di liceo non ho contatti “autentici” con nessuno. Col tempo, anche se non sono riuscita a laurearmi, le cose sono molto cambiate, perché le mie insicurezze sulle mie capacità intellettuali, sono passate. La vita, le mie relazioni, mi hanno fatto capire molte cose su me stessa e molto spesso mi rendo conto di quanto avrei potuto dare di più perché mi sono restate molte cose di ciò che imparai al liceo e all’università. Ho imparato la tenacia, ho imparato la dignità, ho imparato l’accettare di non essere accettata, ho imparato. Ancora mi tornano in mente le versioni di latino e greco, la filosofia, la letteratura, l’amore sconfinato per la scrittura. Oggi è bellissimo quando le persone mi dicono che quando spiego qualcosa riesco sempre ad essere molto chiara. Per me sono vittorie e non mi importa se non ho preso 60 (votazione massima all’epoca) e se all’università “me la facevo addosso” per la paura degli esami!!!! A me la scuola è servita per la vita!

Vorrei sapere quanti giovani di oggi possono dire queste parole! Io purtroppo credo pochi. Le insegnanti elementari forse oggi hanno tutte la laurea, ma chi se ne frega?! Quello a cui assisto è che per la stragrande maggioranza di esse, l’importante è terminare il programma, non conoscono a fondo le storie dei bambini, e spesso i genitori assenti (sempre esistiti) non vengono richiamati all’ordine. Oggi le maestre, i professori hanno paura dei ragazzi e delle loro famiglie. Posso affermarlo non solo perché osservo i miei nipoti andare a scuola, ma proprio per il fatto che ho lavorato come interprete in un I T I S e la situazione era esattamente questa. Sono sempre esistiti i maestri e i prof. svogliati, ma vi assicuro che è come assistere ad un circolo vizioso a cui non si riesce a porre fine in nessun modo. Tutti si nascondono dietro tutti. Io davvero ero e sono tutt’oggi sbigottita. Sono poche le mosche bianche che vogliono lavorare e prendersi cura dei ragazzi e dei bambini, i quali vanno scoperti, conosciuti pian piano e ognuno deve essere “trattato” in modo particolareggiato in base alle proprie esigenze. Non basta affidare i ragazzi disabili e i B E S agli insegnanti di sostegno!!!! Ogni allievo ha dei bisogni e ha bisogno delle attenzioni dovute da parte dei suoi insegnati, altrimenti bisogna cambiar mestiere. Per cuorEducato come al solito ci vuole amore nel fare le cose e l’insegnamento presuppone molta passione per i giovani e il sapere.

La mia insegnante delle elementari si chiamava Lisa“oh…chissà dove sei cara maestra, ti penso continuamente”. Lei diceva che avevo una grossa propensione per le materie letterarie e che da grande avrei potuto fare la scrittrice. Devo dire che non sono ancora diventata una scrittrice, ma la maestra Lisa sì che aveva intuito nel comprendere le attitudini dei suoi bambini!!! Ogni giorno ci insegnava con dedizione tutte le cose che era tenuta ad insegnare ovviamente, ma a parte la maestra di sostegno presente per qualche bambino, lei aveva la tenacia e la pazienza di mettere accanto alla sua cattedra, mentre andavamo avanti col programma, i bimbi più in difficoltà, e negli argomenti che per loro erano più ostici applicava molto impegno per aiutarli a migliorare. Questa è quella che si dice una gran lavoratrice e una donna di coscienza! Durante i miei primi giorni di scuola mi presentai in questo modo: la maestra ci chiese di “fare una paginetta di A”. Io scrissi una “A” gigante sull’intero foglio!!! Sempre stata una pigra (ma anche molto sbrigativa direi)!!!

Insomma vorrei chiarire il concetto che bisogna amare l’insegnamento! La scuola non può sostituire la famiglia e nemmeno il contrario, ma ai miei tempi c’era un lavoro d’equipe molto più concreto di quello delle “mille” maestre di oggi che sanno solo competere tra loro o fare da “scarica barile”. Mi scuso con chi non ha questo tipo di approccio ovviamente, mai fare di un’erba un fascio!!! Ma “se ci si sconvolge” quando una maestra fa qualcosa di bello per i suoi bambini al giorno d’oggi, allora vuol dire che qualcosa nel “sistema si è ammalato”.

Quante idee avrei anche sui programmi… alcuni li stravolgerei completamente!!!! Che tristezza assistere a quanta mancanza di cultura generale vige oggi. Pochi conoscono cose, per noi della mia generazione, scontate!!! Questo perché ai giorni nostri non esiste cura e attenzioneNon ci si evolve, non si comprende che se negli ’80 le famiglie con situazioni critiche erano 100, adesso sono 1000!!!! Solo il denaro qualifica le persone, gli status symbol!!! Il cellulare di ultima generazione per i nostri figli, ma non un po’ di ripetizioni private: non ci sono soldi per la cultura. Scarpe di marca, vestiti alla moda nelle classi dove non sono previste divise, che non fanno altro che creare abissi tra i giovani. Ma sono prima le maestre o i prof a fare la gara a chi ha la borsa più costosa o la macchina più potente. Ovviamente anche ai miei tempi esistevano insegnanti imbecilli e superficiali, ma non erano la maggioranza. E’ un cane che si morde la coda: i ragazzi non hanno voglia di lavorare, i prof si accodano e viceversa e le famiglie mettono al pascolo i loro figli. Questo è quanto purtroppo.

Oggi fase 2 covid-19 l’elearning è una realtà concreta ma è di una tristezza infinita. Credo sia necessario ovviamente e dichiaro con forza che non sono d’accordo con la riapertura delle scuole elementari soprattutto a settembre. La salute è il bene primario, in questo caso direi proprio la salvaguardia della vita dei nostri figli e quindi della nostra. Il sistema vorrebbe aprire: i genitori hanno bisogno di lavorare e il governo non può mantenere tutti. OK!!!! Ma dico che bisognerebbe mettere almeno uno dei genitori di fronte alla possibilità di scegliere… anche di rinunciare al lavoro. Non è importante comprare 10 paia di scarpe o una bella maglietta firmata, adesso è il momento di insegnare ai nostri figli e alunni, che la cosa più importante della vita è la vita stessa, fatta di: affetti, un piatto a tavola, un tetto sulla testa, parlare un po’ di più e imparare ad aspettare.

Cari cuorEducati se mi leggete, vi invito a riflettere su queste mie parole!!!!! I nostri giovani non hanno bisogno di cose! A me da piccola le cose a volte sono mancate, o in ogni caso non le ho ottenute in modo sistematico e immediato. Questo è stato un grosso insegnamento che tutt’oggi mi aiuta nell’affrontare la mia vita e vi assicuro che lo trasferirò a mia figlia!!!! Ciò mi è stato insegnato da mamma e papà, ma anche dagli insegnanti buoni e cattivi che ho incontrato nel mio percorso. Anche il prof che mi snobbava autorizzando anche i miei compagni a farlo, mi ha insegnato a fortificarmi ed io gliene sono grata.

E’ molto importante portare se stessi a scuola come insegnanti e come allievi. Ci saranno i romantici, i pragmatici eccetera eccetera, ma se sarete veri ed onesti la situazione della scuola migliorerà e anche se per molti anni ancora saranno le mamme semplici e disponibili a comprare cartucce per stampanti o fogli bianchi e quaderni, la qualità della vita di tutti noi migliorerà!!! E finalmente qualcuno tornerà ad amare lo studio, ad essere curioso, a difendere il compagno più debole piuttosto che bullizzarlo, e magari avrà voglia di dedicarsi in modo serio all’insegnamento nella propria vita lavorativa. E’ inutile laurearsi in scienze della formazione solo perché “si studia dalle dispense” (così si narrava ai miei tempi).

Posso dire di amare lo studio, lo trovo un valore della mia vita che nonostante mi abbia fatto a volte anche soffrire, mi ha aiutato a diventare una donna CONSAPEVOLE, UNA DONNA.

Vi saluto con una scena di un film a me molto caro ” La scuola” con Silvio Orlando di Lucchetti.

Stefania, che la scuola per me, E’ SEMPRE UNA GUERRA”!!!! 🙂 Forza a tutti gli studenti!!!! ❤

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