Rubrica: il mio cuorEducato dalla musica

Il mio cuorEducato dalla Musica!

Questa pagina che inserisco oggi nel mio blog, sarà interamente dedicata alla musica che ho ascoltato in tutto il mio percorso di vita. La musica ha avuto un’importanza assoluta nella mia crescita umana, personale, di donna, di appassionata ascoltatrice di melodie e attenta alla lettura dei testi delle canzoni e il loro significato. Credo di essere stata una delle prime persone a credere già da ragazzina nel potere della musicoterapia. L’ascolto della musica e anche, nel mio caso il canto seppure amatoriale, hanno dato luogo allo sviluppo di tanti pensieri e spunti di riflessione su me stessa e la vita. In alcuni periodi della mia adolescenza, le attribuisco il merito di avermi tenuto compagnia e essermi stata amica come nessun altro. Mi ha dato coraggio e conforto, mi ha stimolata in tutti i sensi possibili. Sono stata sempre molto curiosa come persona. Quindi anche in questo caso le mie scelte, che possano essere condivisibili o meno, dipende dai gusti di ognuno, sono state sempre molto accurate e a volte certosine. E’ proprio vero che la musica ha un linguaggio universale, quello delle emozioniCuorEducato anche con la musica quindi si è “Educato”, è cresciuto, si è innamorato, ha creato. Credo non esista un giorno della mia vita in cui io non abbia ascoltato una canzone. Mi piace molto la musica italiana, ma anche quella internazionale mi ha appassionato e mi appassiona. Molti generi musicali mi hanno incuriosita e fatto il solletico all’anima, non citerò mai ciò che proprio non mi piace e non mi è mai piaciuto almeno fino ad oggi. Questa scelta è dovuta al fatto che nutro rispetto anche per generi e artisti che non rientrano nei miei gusti. Ognuno ha il suo percorso, e cuorEducato, in linea con il suo stile, non esclude e non denigra nessuno e in nessun modo. Semplicemente dedica questa pagina alla musica che ama di più. Così volta dopo volta, aggiungerò contenuti esclusivamente riguardanti questo tema in questa sorta di rubrica, che scelgo di spostare da quella degli articoli giornalieri, perché sarebbe troppo vasto l’argomento e quindi toglierebbe spazio a tutto ciò che mi va di approfondire con voi.

Buon ascolto e buona lettura!!!

Lucio Dalla, che mai dimenticherò.

Buonasera a tutti, oggi riapro la rubrica musicale con un artista che amo tanto, Lucio Dalla. Lucio nasce il 4 marzo 1943, e muore il 1 marzo 2012 un giorno triste ed inaspettato come molte morti nel mondo della musica.

La sua infanzia viene sconvolta dalla perdita del padre quando aveva solo 7 anni e lui da lì trae degli insegnamenti che seguirà per tutta la vita, sul senso della solitudine. Le sue radici musicali affondano nel Jazz ma salta da un genere all’altro senza alcun problema, difatti a 15 anni la madre lo lascia partire per Roma, sospettando che fosse un genio. Fa un bel giro di esperienze e finalmente nel 1964 piomba a Sanremo e partecipa al Cantagiro.

E’ con successi come “4-3-1943 negli anni settanta che il suo nome diventa davvero importante nel panorama musicale. Questo pezzo nasce con un titolo diverso passato alla censura: “Gesù Bambino”. E insieme al titolo una serie di versi della canzone. dalla capì dall’enorme ritorno mediatico e dagli apprezzamenti musicali e soddisfazioni, di aver fatto qualcosa di grande e difatti ogni volta che la cantava si commuoveva.

Dalla ha una vita artistica molto piena e scrive tantissimo. Tra i miei pezzi preferiti: 4 marzo 1943, Come è profondo il mare, Il gigante e la bambina, Piazza Grande, Futura, Anna e Marco, Disperato erotico stomp, Vita, L’anno che verrà, Attenti al lupo, Cambio, Ciao, Cara, Tu non mi basti mai, Stella di mare, La sera dei miracoli, Felicità, Canzone, L’ultima luna, Balla balla ballerino, Cosa sarà, Ma come fanno i marinai, Washington, Milano, Manbo ecc.

Il suo amore per napoli lascia questo ricordo con le sue parole e disse: «Io non posso fare a meno, almeno due o tre volte al giorno, di sognare di essere a Napoli. Sono dodici anni che studio tre ore alla settimana il napoletano, perché se ci fosse una puntura intramuscolare, con dentro il napoletano – tutto il napoletano – io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni».

Grazie Lucio, tua mamma aveva ragione, “SEI UN GENIO”!!!!

Vi saluto con la mia TOP FIVE.

Stefania <3

Nino Buonocore, in molti lo hanno dimenticato!

Buon pomeriggio a tutti e buona domenica, oggi inserisco nella mia rubrica musicale, un artista partenopeo che a mio parere, non ha avuto il successo che meritava. Lui è Nino Buonocore. Nasce a Napoli il 26 luglio 1958. Inizia la sua carriera/gavetta nel 1978 (anno della mia nascita, pensate!), ma è solo nell’ ’87 che finalmente il panorama musicale attraverso una partecipazione a Sanremo, gli rende giustizia, all’ascolto di uno dei miei pezzi preferiti in assoluto: ROSANNA.

Rosanna è una canzone dolcissima, da una melodia armoniosa, perfetta, non banale, piena di sentimenti ma non melense. Credo che in quel momento io mi sia innamorata di questo cantautore che ho cominciato a seguire e che ancora seguo. Pensavo sempre:” come mi piacerebbe se il mio ragazzo mi dicesse queste parole”, (pensando al testo di Rosanna).

Nino Buonocore è un artista molto raffinato vicino al jazz, che collabora anche con Chet Baker. Collabora inoltre con Zurzolo, Volpe, Sannino, artisti di rilievo.

I suoi album sono molto belli, i miei preferiti sono: “Sabato, domenica e lunedì” e “La naturale incertezza del vivere”, dai quali vengono estratti singoli eccezionali come la nota “Scrivimi” “Il mandorlo” e infine “E non dire”.

  • Scrivimi è una di quelle canzoni che cantavo spesso nei miei improvvisati piano bar estivi…era bellissimo! E poi riscuotevo un discreto successo!!!!!

    Cito le mie canzoni preferite: Rosanna, Le tue chiavi non ho, Con l’acqua alla gola, Solo un pò di paura, Scrivimi, Abitudini, La terra dei diamanti, Oi senorita, Così distratti, Un breve respiro, Il mandorlo, Attimi, Dopo l’amore, Ci salutiamo qui, Tra le cose che ho, A un certo punto della vita, Prima o poi, Nemmeno un momento, eccetera eccetera.

    Dedico qualche pensiero in più a due pezzi tra questi citati che hanno accompagnato la mia gioventù e la mia storia e visione della vita, soprattutto amorosa: “Ci salutiamo qui” “Tra le cose che ho”. Rappresentano il mio modo di sentire l’amore, la malinconia e il saper capire quando è il momento di staccarsi da qualcuno o meno, insieme al modo in cui farlo. Ed è attraverso queste canzoni meravigliose che ho conosciuto me stessa da questo punto di vista.

    Vi saluto con la mia solita TOP FIVEemozionata come se stessi scegliendo le canzoni giuste per un disco tutto mio!

    Raf, non pensavo di conoscerlo così…!

    Buongiorno amici cuorEducati e buona domenica! Oggi inserisco nella mia rubrica musicale un artista che mi è sempre piaciuto in realtà, ma che ad un certo punto mi sono resa conto conoscessi meglio di quanto pensassi. Questo artista è Raf.

    Raf inizia la sua carriera da giovanissimo, ma è negli anni ’80 con il singolo “self control” che esplode il suo successo strepitoso. Collabora con Bigazzi e canta diversi pezzi in inglese. Nel 1987 scrive il pezzo storico con cui si esibiranno a Sanremo Morandi, Tozzi e Ruggeri “Si può dare di più”. Nello stesso anno scrive e duetta con Tozzi la canzone “Gente di mare”. In quegli anni ero solo una bambina, ma amavo già tanto la musica, e mi colpirono molto queste sue canzoni, orecchiabili certo, ma anche un po’ diverse da tutto il resto in giro in quel periodo. Poi poco dopo la sua prima apparizione sanremese con “Inevitabile follia“. Questo pezzo da ragazzina mi ha fatto sognare davvero ed era inserito in un disco, tra i suoi più belli: “Svegliarsi un anno fa” che è comunque una canzone dell’album. Poi nacque Sapore di un bacio” (scritta da Gaetano Curreri), “Cosa resterà degli anni ’80” e “Ti pretendo”.

    Negli anni ’90 inizia con l’indimenticabile “Oggi un dio non ho”, cui seguirà la pubblicazione dell’album “Sogni ..e tutto quello che c’è”. Ogni singolo di Raf mi ha fatto sognare, ero molto giovane e anche romantica, ma devo dire che la sua vena pop era molto divertente per me. Duetta con Ramazzotti un pezzo molto bello: “Anche tu”. Con Laura Pausini “Mi rubi l’anima”e poco dopo ancora un successone con Battito animale”.

    Mi accorsi di esserne appassionata una sera che uscii con degli amici nuovi. Non avevamo molto di cui parlare quella prima sera e all’improvviso si cominciò a parlare di Raf. “le conoscevo tutte, me ne piacevano un sacco, e non per forza le più famose”.

    Cito le canzoni più belle per me: Svegliarsi un anno fa, Sapore di un bacio, Inevitabile follia, Ti pretendo, Cosa resterà degli anni ottanta, E sia così, E gli altri dormono, Dentro i tuoi occhi, Interminatamente, Un grande salto, Oggi un Dio non ho, Senza respiro, Anche tu, Sogni, Il battito animale, Due, Il re, Sei la più bella del mondo, Il suono c’è, E’ quasi l’alba, Jamas, La danza della pioggia, Infinito, Nei silenzi, Via, Iperbole, Oasi, Superstiti, Aria da niente, Dimentica, Passeggeri distratti, Il nodo, e tante altre!

    Della sua vita privata sappiamo poco, tranne il fatto di poter dedurre che sia un uomo che tiene alla privacy della sua famiglia. Sposato con la soubrette Gabriella Labate dal 1996 con cui ha due figli. Credo che siano una famiglia abbastanza stabile, non ricordo di “gossippate” varie e durano ancora (roba non da poco al giorno d’oggi).

    Da ragazza lo trovavo bellissimo, ma scoprii che aveva l’età di mia madre….però, la portava proprio bene 😉 .

    Posto la mia TOP FIVE di Raf, che come sempre mi insegna che non serve una voce esagerata per colpire al cuore.

    Fabio Concato, un ironico cantautore milanese, che mi ha sempre sorpresa!

    Buongiorno cari cuorEducati, oggi nella mia rubrica musicale, inserisco un grande cantautore, che mi ha accompagnata sin da giovanissima con le sue canzoni e melodie dolcissime e la sua voce dal timbro “diverso”. Sto parlando di Fabio Concato.

    Fabio è un figlio d’arte. Il suo papà, un lirico noto come Gigi Concato (cognome di sua madre Augusta, giornalista e poetessa), da cui poi Fabio prende lo pseudonimo. Fabio fonda insieme ad altri artisti un gruppo cabarettistico, per il quale scrive testi e musiche e iniziano ad esibirsi al Derby di Milano (…ah quanti artisti straordinari, in quegli anni, sono passati di lì). Devo confessarvi che apprendo solo ora di questo tipo di esordio “umoristico” di Fabio Concato, ma del quale non sono affatto sorpresa, dato che molti anni fa, partecipai ad un suo concerto durante il quale oltre ad essere estasiata dalla sua immensa bravura e dalle sue stupende canzoni, fui presa alla sprovvista trovandomi a ridere a crepapelle per le sue battute e il suo umorismo che viaggiava sull’asse Milano-Londra, attraverso uno humor di “Jannacciana” memoria.

    Il suo primo successo fu Domenica bestiale nel 1982, che ho ascoltato milioni di volte soprattutto nelle mia noiose domeniche adolescenziali e che quando mi sono innamorata la prima volta, mi faceva pensare a tutte le cose che mi sarebbe piaciuto fare insieme al mio primo fidanzatino, magari in una gita fuori porta, proprio di domenica! Quanti ricordi!!! Nel 1984, nascono pezzi che sono diventati storici come: Ti ricordo ancora, Tienimi dentro teSexy tango, Rosalina, Guido piano, Fiore di maggio (dedicata alla figlia Carlotta).

    Fabio Concato scrive nel 1989 una canzone “Telefono azzurro”, dedicata alle violenze domestiche sui minori, i cui proventi saranno interamente devoluti all’associazione per la difesa dei minori. Questa canzone mi colpì moltissimo, io avevo appena 11 anni e mi commuovevo ogni volta che l’ascoltavo, (e succede tutt’oggi).

    Le sue partecipazioni a Sanremo sono rare. Cito qui le mie canzoni preferite: Domenica bestiale, Ti ricordo ancora, Guido piano, Rosalina, Tienimi dentro te, Sexy tango, Fiore di maggio, Telefono azzurro, Prendi la luna, Il bel pianista, Tornando a casa, Ti muovi sempre, Il viaggio, Speriamo che piova, Giulia, E’ festa, Poveri noi, In trattoria, Canzone di Laura, Provaci tu, O bella bionda, Ritrovarti qui, Canto d’amore, M’innamoro davvero, Non mi scordare, Buonanotte a te, Quando arriverà, A Dean Martin, e tante altre che non smetterei più.

    Mi è capitato più volte di cantare sue canzoni nei soliti piano bar improvvisati nelle nostre serate vacanziere. Posso solo essere grata a Concato, per la sua poesia, per le sue melodie sempre rilassanti ma contemporaneamente stimolanti per me.

    La verità è che Fabio Concato è un cantautore che ho sempre amato e stimato ma che in questo periodo di covid-19, ha dedicato una canzone alla sua Milano tanto colpita, cantata in dialetto milanese: L’umarell. Questa sua scelta mi ha per l’ennesima volta colpita nel cuore. Molti artisti hanno scritto pezzi e devoluto proventi per questa emergenza verificatasi nel nostro 2020 impazzito. Ma credo che per un artista sensibile come lui, amante della sua città natale, sia stata una scelta dettata da un dovere morale ed affettivo. E voglio aggiungere che sono solidale con tutti coloro che hanno vissuto più da vicino questo dramma.

    Posto qui la mia TOP FIVE di Concato, non so proprio da dove iniziare e come riuscire ad essere così sintetica.

    La mia punta di diamante, il mio numero 10: Joe Barbieri.

    Buon pomeriggio cuorEducati! Quest’oggi nella mia rubrica dedicata alla musica ho deciso di inserire il cantautore che negli ultimi 14 anni, ( ma lo conosco e lo apprezzo già da prima)ha tenuto tra le braccia il mio cuore un pochino più di tutti gli altri: Joe Barbieri.

    Joe è un ragazzo napoletano che nasce il 14 dicembre 1973 e una sua demo tra anni ’90 e inizio 2000 finisce nelle mani di un certo tizio, non so se lo conoscete, uno sempre di Napoliche si chiamava Pino Daniele! Ebbene Giuseppe Barbieri in arte Joe, esordisce a Sanremo quando io ero ancora una ragazzina con un pezzo molto bello ma distante dal suo stile degli ultimi 17 anni.

    I suoi primi album sono contraddistinti da melodie certamente piacevoli e differenti (si è sempre fatto notare) e da uno stile e un timbro canoro completamente diversi da quelli di adesso. Essi sono: Gli amori della vita mia e Virus. Scrive una canzone per Giorgia: In vacanza con me. Nel 2003 fonda il giorno del suo compleanno la casa discografica Microcosmo dischi e il 28 ottobre 2004 pubblica il suo album “In parole povere” in cui si distingue per il suo amore per il jazz.

    Quando verso il 2006/07 l’ho ritrovato per caso in una versione così stravolta e stravolgente, non l’ho più abbandonato. Ricordo come ieri che fu ospite ad una radio locale per promuovere il suo album della trasformazione: “In parole povere”. Gli speaker per promuovere il disco e il concerto proposero agli ascoltatori questa promozione: “il primo che chiama in radio riceverà un biglietto gratis per il suo concerto”. Io che avevo ascoltato sempre attraverso quella emittente la canzone che per sempre ha segnato il mio cuore e ancora oggi è la mia preferita, chiamai subito vincendo il biglietto. Purtroppo non riuscii ad andare al concerto, ma iniziai ad approfondire la conoscenza di quel cantautore che mi affascinava troppo per il fatto che fosse tanto diverso dagli anni di Sanremo.In ogni caso il pezzo “colpevole” del mio innamoramento è “leggera”, e mai dimenticherò l’attimo in cui la ascoltai e finalmente mi sentii come se, dopo anni in cui entravo in negozi di abbigliamento e nessuna taglia mi calzasse a pennello, adesso avessi trovato il tanto cercato abito fatto apposta per me! Fu bellissimo!

    Da lì in poi mi si è aperto un mondo, un mondo profondo e intimo di un uomo che si racconta e racconta con versi particolarmente attenti ai dettagli dell’anima e che cura ogni nota che sceglie come l’ ingrediente segreto di una ricetta speciale da preparare per la donna più importante della sua vita.

    Ecco è questo che amo di Joe! Ha scelto e maturato con gli anni durante la sua carriera lo stile che più gli si addice e in più, sapete cosa ancora di più lo rende adorabile ascoltarlo? Il fatto che finalmente in un mondo di musica veramente urlato sguaiatamente, e dove ormai solo il look e il prodotto che gli altri decidano tu debba essere, per essere venduto, acquistatoconsumato e dimenticato, esista ancora qualcuno che scelga una strada diversa. Questo artista è Joe Barbieri, che senza troppo rumore, con il suo socio Antonio, e dei colleghi musicisti di grande levatura, da vita ad album innovativi, che rappresentano tutta me stessa e una Napoli dove vince ancora l’amore e la carnalità scevra da ogni forma volgare e dissonante.

    Joe, un musicista che a modo mio, definisco suonare un jazz “melodico”, perché non è come a volte è il jazz, non mai troppo lungo, ma è comunque molto ricercato, riuscendo a rendersi ascoltabile e rilassante come pochi artisti (anche jazz) che a volte necessitano di concentrazione per esser ben compresi. No, Joe non pretende concentrazione, Joe provoca una produzione, almeno per me e tutti coloro che lo amano, di serotonina che migliora le giornate, anche le più grige e ti fa sentire abbracciato.

    Ecco, questo è Joe Barbieri, un ragazzo che ha fatto scelte sicuramente non commerciali, che a volte conosce di persona i suoi fan, scende dal palco dopo i suoi concerti e scatta foto con loro, con tanta dolcezza e umiltà. Si certo, questo è possibile anche perché ai suoi concerti non ci sono ancora 10.000 persone, ma a noi non importa e, in verità, credo nemmeno a lui, perché è talmente talentuoso che potrebbe stare all’Arena di Verona con un altro genere musicale ovviamente, ma invece suona sotto il cielo stellato di un Castel Sant’Elmo meravigliosonel chiostro di San Francesco a Meta di Sorrento in atmosfere surreali, nel cortile di una scuola di Casoria (Napoli) o nel teatro di una scuola di San Vitaliano (nel nolano), a volte gratis, esibendosi anche solo “chitarra e voce” con grande generosità in pezzi (anche particolarmente complessi).

    Joe è un artista vero, che scrive musiche che rappresentano la Napoli vera e che riesce ad avere successo anche in Giappone, cimentandosi in collaborazioni con artisti veramente eccezionali del panorama internazionale. Ma non artisti commerciali, artisti veri! Omara Portuondo, John Drexler, Servillo degli Avion Travel, Gianmaria Testa, Mario Venuti, Tosca, e tanti altri.

    Joe Barbieri canta, sottovoce e imprime nell’anima un solco da cui mai più riuscirai a liberarti. Ma questo non ha l effetto ottico di un tatuaggio, ha solo l’effetto di chi ha la capacità di insegnarti qualcosa attraverso le sue canzoni, qualcosa su di te.

    Ed è per questo che negli ultimi 15 anni circa mi accompagna nei giorni belli e in quelli brutti, perché Joe mi somiglia, mi somiglia con la sua semplicità dei sentimenti, con le sue profonde emozioni che traduce in musica raffinata e i cui live dimostrano che non è un lavoro da “studio di registrazione”, ma è il frutto di un lavorio di amore e ricerca e dove ogni parola spesa e ogni accordo hanno un motivo per essere lì:“E’ non è solo il fatto di far acquistare il disco”.

    Esiste un fan club ufficiale di Joe Barbieri: I Maravilhosi, nome tratto dal titolo di un suo album molto importante: “Maison Maravilha”. Gli album del mio cuore sono quelli che partono da “In parole povere” fino a “Origami”, e posso affermare che non ha sbagliato un colpo! Li amo tutti!!

    In parole povere, Maison Maravilha, Respiro, Cosmonauta da appartamento, I maestri, Origami, insieme ad una serie di pezzi e qualche album di cover di artisti della levatura di Chet Baker e Billie Holiday, hanno costellato il firmamento di tante stelle nuove, ed ogni stella ha il nome di una canzone di Joe. Lui che è riuscito a farmi provare emozioni, quando nulla più ci riusciva.

    Cito le mie canzoni preferite: Leggera, Pura ambra, In una stanca indifferenza, Microcosmo, Wanda (stai seria con la faccia), Gira e rigira, Fa conto, È già sabato, Castello di sabbia, Lacrime di coccodrillo, In questo preciso momento, Zenzero e cannella, L’arte di meravigliarmi, Nel bene e nel male, Un arrivederci in cima al mondo, La matematica di un sentimento, Cosmonauta da appartamento, Sostanza e forma, Diario di una caduta, Come una casa, Una tempesta in un bicchier d’acqua, Una cicatrice ed un fior, Rinascimento, Testardamente, Pane per i tuoi denti, Buongiorno signorina, eccetera.

    Vi saluto con la mia TOP FIVE di Joe, una impresa impossibile!

    Eduardo De Crescenzo!!!

    Buon pomeriggio cari miei cuorEducati, questa domenica ho pensato di inserire un cantautore a cui sono molto legata sin dalla mia adolescenza e che ha in comune con me una cosa: abitava nel quartiere in cui abitavano i miei genitori. Non l’ho mai conosciuto di persona, ma questo racconto di mia mamma me lo ha sempre reso molto familiare, e poi è un artista meraviglioso che mi ha sempre fatto innamorare con i suoi versi e le sue melodie interessanti. Sto parlando di Eduardo de Crescenzo.

    Eduardo nasce quindi a Napoli nel 1951 in una famiglia di musicisti e già all’età di 3 anni gli viene regalata la sua prima fisarmonica, strumento che l’accompagnerà per il resto della sua carrieraStudia musica classica e dopo da giovanissimo suona in un gruppo beat “Eduardino e i Casanova”, ma è solo nel 1980 che inizia la sua collaborazione proficua con Claudio Mattone, sodalizio che porterà tanto successo alla sua carriera.

    Partecipa a Sanremo ben 5 volte tra gli anni ’80 e ’90 con successi come: Ancora, Via con me (che segna la fine della collaborazione con Mattone), L’odore del mare, Come mi vuoi, E la musica va. Eduardo da vita a molte collaborazioni e colonne sonore di film importanti.

    Ciò che voglio mettere in risalto di questo cantautore partenopeo è però, al di là delle sue straordinarie canzoni, l’impegno nel sociale. Eduardo De Crescenzo mai ha dimenticato la sua città e i più deboli. Con iniziative a favore delle associazioni per malati di sclerosi multipla, con un suo progetto chiamato “le mani” che poi darà vita nella sua città natale del primo “help center”: sportello di ascolto informatizzato per ragazzi in difficoltà e per l’ubicazione di nuovi posti letto per i più bisognosi presso il centro “La tenda”. Le sue serate di beneficenza a favore dei malati oncologici e la ricerca e assistenza oncologica domiciliare gratuita. I suoi concerti a Scampia, come iniziativa contro la camorra, la sua sensibilità per la donazione di organi da parte di persone viventi. Iniziative a favore della pace promosse dalla comunità di Sant’Egidio. Ecco, queste sono cose che nessuno sa. Eduardo le ha compiute senza tanto rumore, e questo fa di lui una persona onesta, gentile, poetica e buona proprio come le sue canzoni.

    I suoi album vanno dal 1981 al 2013. Inizia con Ancora, successo esplosivo. Cito altri pezzi meravigliosi: Al piano bar di Susy, Quando l’amore se ne va, Uomini semplici, Amico che voli, I ragazzi della ferrovia, Mani, Camminando, Manchi tu, Chiammame, Io ce credo, Quantu tiempo ce vo, ‘A malatia e l’America, Da lontano, Giorni difficili, Dove, Nudi nudi, C’è il sole, Mercati mercati, Questo amore, Dalla nave, Vola, Il racconto della sera, Sono fatti miei, E la musica va, Sarà così, Cante jondo, Occhi di marzo, Danza danza, e tanti altri successi straordinari.

    Eduardo De Crescenzo ha accompagnato molti dei miei anni e le mie esibizioni da ragazzina nei piano bar improvvisati a cui prendevo parte. Che meraviglia e che onore cantare di lui!!!! Ha sempre avuto la capacità di farmi volare con la mente, lui con la sua voce bionica così simile alla sua amata fisarmonica.

    Vi saluto con la mia TOP FIVE di Eduardo.

    🙂

    Stefania, col cuore pieno di una passione per uno scugnizzo del quartiere di mamma e papà!

    Fiorella Mannoia!

    Buongiorno a tutti, oggi ho deciso di inserire nella mia rubrica di musica una grandissima donna ed interprete del panorama italiano: Fiorella Mannoia. Che carriera cari cuorEducati!!! Bisognerebbe inchinarsi di fronte ad una signora della musica, la quale non solo ha una voce inconfondibile e uno stile interpretativo unico, ma è anche fortemente impegnata nel sociale, sposando cause e lotte che la rendono una donna con gli attributi. Oggi non è semplice esporsi e mettere a disposizione di altre persone magari meno fortunate, la propria energia artistica e spendere parte del proprio tempo ad aiutare gli altri. Ciò accade perchè Fiorella Mannoia è una persona seria e con una coscienza civica e sociale.

    E’ una donna romana che debutta al festival di Castrocaro nel 1968, ma il primo album nasce nel 1972. Il suo primo, vero e grande successo è stato “Caffè nero bollente” nel 1981, col quale subito si distingue per la sua personalità forte e il colore della sua voce così intenso e consapevole. Altro “pezzone” fu “Come si cambia” che devo confessarvi ancora oggi a momenti mi da i brividi e che mi ha praticamente accompagnata per tutta la mia vita. Enrico Ruggeri scriverà per lei “Quello che le donne non dicono”, grandissimo successo che le porterà molti riconoscimenti prestigiosi e con la quale ancora oggi viene identificata nonostante il suo enorme repertorio.

    Collaborerà con molti artisti e cantautori che scriveranno per lei canzoni che hanno lasciato un segno indelebile nella musica. Ivano Fossati, Ron, Cocciante, Piero Fabrizi, De Gregori, Caetanp Veloso(artista brasiliano), Daniele Silvestri, Avion Travel, Gian Maria Testa, tra i più importanti. Tra tutte queste collaborazioni, ammetto che preferisco quella con Fossati, con le loro ” Le notti di maggio”, “Oh che sarà” curato da Fossati ma di Chico Baraque De Hollanda, “I treni a vapore”, “L’amore con l’amore si paga”, eccetera.

    Partecipa a diversi duetti e anche sul palco si esibisce con più colleghi e colleghe. Infatti canterà insieme a Fossati “Oh che sarà”, con Bartoli “Pescatore”, con Noemi “L’amore si odia” eccetera. Fiorella sul palco si esibirà in un tour con Ron , De Gregori e Pino Danielemomento epocale della loro carriera. In seguito due concerti evento: Allo Stadio Olimpico di Roma col “Corale per il popolo d’Abruzzo” , serata di solidarietà voluta fortemente da Renato Zero, nei confronti della popolazione abruzzese in seguito al terremoto che la colpì. Il secondo concerto evento è quello ideato dalla Pausini allo Stadio San Siro di Milano a cui parteciperanno molte artiste a e da cui poi verrà fuori un live in dvd “Amiche per l’Abruzzo” che vendette ben 200.000 copie in sole tre settimane.

    Fiorella Mannoia non si tira indietro nemmeno di fronte all’interpretazione di canzoni storiche di altri giganti della musica, nè tanto meno di fronte a canzoni di artisti meno “storici” del panorama italiano. Con la sua importante “Sally” di Vasco Rossi, “Ho imparato a sognare” dei Negrita, e i suoi duetti con Alessandra Amoroso e Ron nell’esibizione di canzoni di Lucio Dalla quali: “La sera dei miracoli” e “Felicità”.

    Impegnata contro la violenza sulle donne, è direttrice artistica di “Amiche in Arena” concerto evento di Loredana Bertè dal quale cd/dvd, tutti i proventi verranno donati ai centri anti-violenza. In più parteciperà come attrice al film di Miche le Placido “7 minuti” a cui darà anche la colonna sonora “Combattente”.

    Altri pezzi importanti sono: I treni a vapore, Il cielo d’Irlanda, I dubbi dell’amore, Il tempo non torna più, Giovanna D’arco, Al fratello che non ho, Io che amo solo te(di Endrigo), Messico e nuvole, Io posso dire la mia sugli uomini, Se veramente Dio esisti, Nessuna conseguenza, Che sia benedetta, Dio è morto, Metti in circolo il tuo amore( di Liga), Mio fratello che guardi il mondo, L’amore al potere, e tantissimi altri successi che potrei non smettere di scrivere stamattina.

    Posto la mia solita TOP FIVE e come sempre ho l’imbarazzo della scelta!!! 🙂

    Stefania, che la Mannoia mai mi ha dato noia!!! ❤ buona domenica!!!

    Daniele Silvestri: un uomo col microfono come megafono!!!

    Buongiorno a tutti voi, stamattina inserisco nella mia rubrica musicale un artista a cui penso da qualche giorno, ma che da anni accompagna le mie giornate: Daniele Silvestri. Nasce il 18 agosto 1968, e la sua carriera inizia molti anni fa. I primi esordi tra il 1994/95, quest’ultimo anno in cui partecipa a Sanremo con un pezzo molto importante: “L’uomo col megafono”. Figlio di Alberto Silvestri, noto sceneggiatore.

    Bene, Daniele Silvestri non nasconde i suoi ideali di sinistra, ma dichiara di non amare le etichette. Fatto sta che in molte sue canzoni esistono richiami ai suoi valori e alle sue idee fortemente colorate e piene di quel desiderio di combattere ingiustizie e protestare in quel modo tutto suo per un mondo che sembra girare davvero al contrario.

    Quando canta d’amore, lo fa in modo impeccabile: con la sua indimenticabile“Le cose che abbiamo in comune” ha fatto sognare molti di noi che ancora oggi ne citiamo le parole quando ci sentiamo simili a qualcuno. Poi Daniele è un uomo ed è stato un ragazzo molto simpatico e, la sua ironia e comicità sottile in molti dei suoi testi mi ha lasciato molto spesso veramente sorpresa e all’ascolto di molte delle sue canzoni seppure mi si muoveva qualcosa di caldo e rumoroso dentro, accennavo sempre ad un sorriso beffardo di chi pensa: “Daniele sei un maledetto furbo”, uno che con grande astuzia, intelligenza, arte della comunicazione efficace, sa lasciare il segno di ogni sua parola incisa nel cuore di chi lo ascolta.

    Daniele ha tre figli, due nati da una relazione con l’attrice Simona Cavallari, e l’ultimo con Lisa Lelli, sua menager sposata nel 2012. Partecipa ancora nel 1999 al festival di Sanremo col pezzo “Aria”, nel 2002 con “Salirò”, nel 2007 con “La paranza”, nel 2013 con “A bocca chiusa”. Sivestri quindi porta al festival temi importanti, ma nel frattempo si impegna in tantissime collaborazioni artistiche, dà la colonna sonora a molti film anche importanti, vincendo anche premi prestigiosi e conquistando e guadagnandosi la stima di molti.

    Collabora dal 2014 con Max Gazzè e Niccolò fabi in un disco che porteranno in giro con concerti in cui si esibiscono in brani l’uno dell’altro, anche giocando e divertendosi come fanno tre amici.

    Ho amato di Daniele moltissime canzoni, ne cito alcune: L’uomo col megafono, Le cose che abbiamo in comune, Aria, L’ Y 10 boreaux, Cohiba, Kunta Kinte, Amarsi cantando, Occhi da orientale, Banalità, Salirò, Sempre di domenica, Testardo, Fifty fifty, Precario è il mondo, Monetine, Gino e l’alfetta, La paranza, Mi persi, Il mio nemico, Ma che discorsi, L’amore non esiste, Il padrone della festa, Senza far rumore, A bocca chiusa, Tutta colpa di Freud, Complimenti ignoranti, Argentovivo, e molte altre.

    Potrei raccontare ancora molte cose della carriera interessante e ricca di Daniele Silvestri, ma ciò che più mi preme dire è che lo considero e sempre lo considererò una persona molto intelligente, con una coscienza molto forte, il coraggio di metterci la faccia sempre e comunque, una grande onestà intellettuale, una singolare forza di denunciare in svariati modi, ironici e non, tutto ciò che in questa società per lui va denunciato.

    Vi saluto con la mia TOP TEN di Daniele Silvestri e sono in serie difficoltà. 😉

    Stefania, che anche “tu, caro Daniele mi ha insegnato a ragionare”. ❤

    Un vino o una band? I Negramaro

    Salve a tutti cari cuorEducatiin questo pomeriggio domenicale caldo e stanco, ho voglia di inserire nella rubrica dedicata alla mia amata musica, un gruppo, una band che porta il nome di un noto vino salentinoI Negramaro. E proprio come il vino di cui portano il nome mi stordirono ormai molti anni fa, nel lontano 2005, quando ci fu la loro prima partecipazione a Sanremo.

    Mentre tutto scorre, pezzo presentato a Sanremo fu clamorosamente scartato. Non fu il loro primo pezzo, preceduto da altri due album che anche io ho scoperto solo dopo. Ricordo che nel mio giro di amicizie parlavo di alcuni pezzi di questo album e nessuno li conosceva e qualcuno mi prendeva il giro per i miei soliti gusti e ricerca di artisti di “nicchia”. Beh, al di là del fatto che anche gli artisti di nicchia, sono a volte davvero adorabili, il tempo, e per la verità non molto, mi diede ragione, perché la stessa estate che seguì il Festival di Sanremo da cui come ho detto i Negramaro furono scartati, esplosero con un grandissimo successo: Estate.

    I Negramaro sono un gruppo di ragazzi semplicisemplici amici che non hanno smesso di credere nel loro sogno e nella musica come nella loro amicizia. Io ne fui stordita col loro “Mentre tutto scorre”. Fui già dal suo primo ascolto completamente rapita sia dalla musica assolutamente innovativa che dal testo. Era viscerale, parlava a me, alla mia storia, aveva qualcosa in più: c’era passione, cuore, dolore,calore, vita. Quella sera del lontano 2005 ero al telefono, stavo piangendo, e all’improvviso LORO!!!! La mia attenzione si piombò sullo schermo e smisi di piangere, il cuore fu travolto da mille emozioni e battiti che per la verità provo tutt’oggi quando lo ricordo e quando riascolto questa canzone di quegli sconosciuti ragazzi salentini che avevano utilizzato la chiave giusta per conquistare il mio affetto e interesse.

    Giuliano Sangiorgi, frontman del gruppo, un vero genio, un artista completo, una brava persona che è riuscita a portare in giro la band ovunque con enormi soddisfazioni, pensate che l’album “Mentre tutto scorre” restò in classifica tra i primi 20 più venduti in Italia per ben 89 settimane, conseguendo il titolo DISCO DI DIAMANTE. Quest’album riuscì a portare in alto più singoli come: Estate, Solo 3 minuti, Nuvole e lenzuola. Non succede spesso credetemi che ci siano tante perle in un solo disco. Per me anche le altre sono stupende, direi tutte, infatti è il mio disco preferito.

    Con “La finestra” confermano la loro eccezionalità. Parlami d’amore, L’immenso, Cade la pioggia, Via le mani dagli occhi, sono singoli tratti da quest’album che hanno avuto un seguito molto forte e io penso che come pochi gruppi odierni abbiano segnato la storia del panorama musicale degli ultimi anni e generazioni.

    Le loro collaborazioni con appunto Jovanotti, Elisa, Dolores dei Cramberries(purtroppo volata via) li hanno resi ancora più celebri ed interessanti. Film molto belli a cui hanno dato la colonna sonora: La febbre, Cemento armato, Italians, Vallanzasca, sono opere complete anche grazie ai Negramaro.

    Anche i nostri Negramaro hanno avuto le loro difficoltà. Nel 2011 Giuliano ha dovuto subire un intervento alle corde vocali che lo ha costretto a star lontano dai palchi per un po’. Grazie al cielo ciò accadde dopo l’uscita di Casa 69, altro noto e stupendo album dei nostra band salentina. Non molto tempo fa, l’emorragia cerebrale che colpì il giovane chitarrista del gruppo, Lele Spedicato. Insomma la vita , cari cuorEducati è difficile per tutti e anche i nostri amati Negramaro a volte hanno dovuto lottare e fermarsi.

    Amo di loro molto brani, come al solito ne cito alcuni: Mentre tutto scorre, Estate, Solo 3 minuti, Nuvole e lenzuola, Nella mia stanza, I tuoi nei, Un passo indietro, L’immenso, Neanche il mare, Cade la pioggia, Via le mani dagli occhi, Una volta tanto, Senza fiato, Ti vorrei sollevare, Basta così, Io non lascio traccia, Londra brucia, Sei tu la mia città, Attenta, e tante altre che per sempre resteranno pietre miliari nel panorama della musica italiana.

    Ho avuto la fortuna di partecipare ad un loro concerto anni fa. Straordinari!!!!!! Così vivi, così forti e pieni di passione. Forse è stato l’ultimo concerto nella mischia dei fan, a cui sia stata, tra la folla che si accalcava ballando e cantando a squarciagola. In seguito ho partecipato solo a concerti in teatro, ma dai Negramaro era strano star seduti e ascoltare!

    Ora vi lascio con la mia solita TOP FIVE. 🙂

    Stefania, che coi Negramaro torno indietro e mi sento ancora molto molto giovane. A loro un enorme grazie, a loro, ragazzi proprio come me. ❤

    Simone Cristicchi: “che gente bella”… 😉

    Ritratto gentilmente concesso da Roberta Miele Artwork

    Buongiorno a tutti!!! Oggi apro la mia rubrica musicale con un grandissimo artista del nostro panorama culturale: Simone Cristicchi. Simone nasce a Roma il 5 febbraio 1977, ha appena un anno in più a me, e già a 16 anni rifiuta un contratto della Comic Art come disegnatore dalle doti distinte (allievo di Jacovitti), per proseguire i suoi studi al liceo classico. Prosegue i suoi studi alla facoltà di storia dell’arte e presta servizio come obiettore di coscienza in un primo momento che sarà poi seguito dal volontariato in un centro di igiene mentale.

    La svolta artistica nel mondo della musica arriva anche grazie alla possibilità di aprire i concerti di Niccolò Fabi e Max Gazzè. Simone tenta più volte di entrare nel mondo discografico, ma a parte la vittoria nel 1998 al Concorso Nazionale Cantautori col brano “L’uomo dei bottoni”, viene più volte scartato. Firmerà un contratto con “Carosello records” grazie al quale pubblicherà il suo primo singolo “elettroshock”.

    Continuerà con la sua gavetta fino al successo Sanremese “che bella gente”, che gli farà conseguire la seconda posizione nella sezione “Giovani”. Altre vicissitudini che lo metteranno in discussione rallenteranno il suo decollo artistico, ma la tenacia non manca al nostro Simone che finalmente nel 2007 vincerà il festival di Sanremo con “Ti regalerò una rosa”, brano che gli farà conseguire anche il premio della Sala Stampa Radio-Tv e il premio Mia Martini.

    Cristicchi è un artista a tutto tondo con una sensibilità fuori dal comune, sempre attento alla considerazione dei dettagli e concentrato sugli “ultimi” della nostra società. Non è un caso che con la vittoria a sanremo abbia affrontato il tema della “pazzia” ispirato dalla sua esperienza come volontario nei centri di igiene mentale. Si occuperà e si occupa anche di teatro con spettacoli all’avanguardia e sperimenterà molti modi di cantare non solo a suo modo e col suo stile riconoscibilissimo, crescendo in collaborazioni interessanti diventando un vero e proprio “narra e canta-storie” del nostro mondo e delle vicende storiche anche spesso tragiche e ignorate dai più.

    Simone, una persona semplice che sposa con una cerimonia altrettanto semplice, un’ archeologa romana, Sara Quattrini con la quale avrà due bambiniTommaso e Stella. Della sua vita privata sappiamo poco al di là di questo e della perdita prematura del padre quarantunenne, solo quando lui aveva 12 anni. Questo drammatico momento segnò fortemente il ragazzo che si chiuse in un mondo tutto suo, auto-emarginandosi per il suo sentirsi diverso dagli altri giovani con famiglie al completo. Simone però nonostante questo, riuscì col disegno e i fumetti a tirarsi fuori dal baratro e dice sempre, ancor oggi (e condivido in pieno):“l’arte ti può salvare la vita”. Anche nel suo spettacolo teatrale “Manuale di volo per uomo” porta in scena questa sua esperienza dolorosa, che però trova sfogo in pensieri positivi e sulla felicità. Questo spettacolo sarà seguito da un documentario chiamato “Happy next” in cui scienziati, bambini, filosofi, artisti e gente comune danno una loro interpretazione del concetto di felicità.

    Questo non è il suo primo documentario perché nell’album “Dall’altra parte del cancello” in cui è contenuta “Ti regalerò una rosa” esiste un secondo cd con un documentario e interviste sulle problematiche psichiche e i “manicomi”.

    Di lui ho amato tantissime canzoni. Il mio album preferito è per l’appunto “Dall’altra parte del cancello” che bucò il mio cuore con ogni suo brano. Ma anche altri pezzi, più famosi o meno sono davvero meravigliosi. Ne cito alcuni: Studentessa universitaria, La risposta, Laureata precaria, Monet, Che bella gente, Angelo custode, Lo chiederemo agli alberi, La prima volta che sono morto, Abbi cura di me, Vorrei cantare come Biagio Antonacci, L’Italia di Piero, Ti regalerò una rosa, L’ultimo valzer, Nostra signora dei Navigli, Lettera di Volterra, Legato a te, Il nostro tango, Mi manchi, e tante altre piccole grandi creature (perché questo sono per cuorEducato) che il mondo pian piano sta imparando a conoscere e ad apprezzare.

    Simone Cristicchi è una persona rara e come ogni rarità non è per tutti, ma credo che prima o poi TUTTI capiranno che è speciale e che forse, ciascuno di loro lo ha scoperto con un pizzico di ritardo, “meglio tardi che mai”!

    Vi saluto con la mia solita TOP FIVE, augurandovi una buona domenica!

    Mina: “la donna tigre”

    Ritratto gentilmente concesso da Roberta Miele Artwork

    Oggi, nella mia rubrica musicale parlerò di Mina. Credo che sia superfluo decantare ed intessere le lodi selle sue doti canore indiscusse. Mina è ed e stata una donna che ha vissuto una vita molto intensa anche se ha deciso di non esibirsi più molto presto, davanti ad un pubblico dal vivo. Per anni ho reputato questa, una scelta astuta, un gioco al mistero che suscitasse curiosità nei fan che di conseguenza avrebbero mitizzato ancora di più il suo personaggio acquistato i suoi album che in ogni caso hanno continuato ad essere incisi ogni anno o giù di lì.

    Io credo che questo meccanismo di mitizzazione ci possa stare! Ma devo dire che per il resto la sua scelta è comprensibile, viste le situazioni in cui si è ritrovataBandita ben due volte dalle reti pubblicheper le sue scelte sentimentalinonostante il suo grande talento, che pur facendo scalpore in quel periodo, in ogni caso era criticato: veniva considerata una urlatrice, cosa un po’ denigrante rispetto al modo di cantare più intimista” di quell’epoca.

    Negli anni Mina ha dimostrato di saper cantare in ogni modo, non solo”urlando”, cosa che non condivido assolutamente, perché anche un urlocari cuorEducati, lei lo sapeva gestire. Non mi pare che quando si ascolta una sua canzone si abbia la sensazione di essere ad un mercato rionale. Vi assicuro che nel mio breve periodo di lezioni di canto ho preso ancor di più coscienza della grande menzogna che ha offeso questa cantante.

    In più la nostra Mina, ha vissuto dei grandi luttila perdita di suo fratello, la fine di una storia molto importante dalla quale è nato il suo primo figlio, la morte del suo primo marito in un incidente, padre della sua seconda figlia. Oggi Mina è di nuovo sposata con un medico svizzero di cui ha preso il cognome. Ecco, tutto questo per me, fa di Mina(Annamaria Mazzini) la TIGRE di cui tutti parlano a causa della sua voce potente. Lei non si è mai arresa nella sua vita privata ma ha fatto la scelta di discostarsi non dalla musica, ma dal meccanismo televisivo che con lei è stato un po’ sentenzioso e censore. Ognuno decide come reagire, e chi da più importanza all’essenza delle cose può darsi si allontani dalle tanto amate telecamere che tutti i personaggi vivono come idoli e droghe di cui non sanno fare a meno.

    Ho amato di lei tantissime canzoniIl suo “Mina in studio” del 2001 mi fece letteralmente innamorare, il suo “Napoli Mina” creò una vera fascinazione nel mio animo napoletano di fruitrice di musica, con lo stupore di una partenopea che scopriva che una invece nata in provincia di varese e cresciuta a Cremona, avesse una così grande capacità di cantare in un dialetto/lingua come il napoletano(“cosa rara pure per i napoletani, fidatevi”). Cito altri pezzi: “Grande grande” è il primo perché riguarda la mia vita privata: la cantai in un karaoke a Diogene che non sapeva assolutamente ancora della mia passione per il canto né tanto meno per Mina. Inoltre: Mi sei scoppiato dentro al cuore, Anche un uomo, Se telefonando, E poi e poi, Volami nel cuore, Ancora ancora ancora, Parole parole, L’importante è finire, Oggi sono io, Volevo scriverti da tanto, Che t’aggia dì, Acqua e sale, Insieme, La voce del silenzio, E se domani, Brivido felino, Amor mio, Questione di feeling, Ma che bontà, Brava, Bugiardo e incosciente, Io domani, Le mille bolle blu, Non gioco più, Prendi una matita, Come tu mi vuoi, Tintarella di luna, Un’estate fa, Vorrei che fosse amore, Neve, Rotola la vita , e tutte le sue cover e collaborazioni con Fossati, Battisti, Gaber, Iannacci, i suoi album in inglese e altre lingue in cui si è sempre difesa magistralmente.

    “Mina sei e sarai sempre una ICONA della musica!!!! il resto sono solo “Parole parole parole”, come canti tu”…

    Vi saluto con la mia solita TOP FIVE, anche stavolta un po’ complessa. Posto le mie preferite, solo alcune… 😉

    Stefania, grazie Mina!!!! Sei una donna forte!!! ❤

    Un angelo vero: Pino Daniele

    Ritratto gentilmente concesso dal Roberta Miele Artwork

    Oggi apro la rubrica musicale con un artista splendido che ha accompagnato tutta la mia vita: Pino Daniele. Ho dato un titolo a questa sezione della rubrica, molto significativo: “Un angelo vero” è una sua canzone. Strana la vita, adesso Pino è in Paradiso e per me può essere soltanto questo Lì: un angelo, sì, perché per me lo era già in terra. E’ un musicista partenopeo e già questo a cuorEducato poteva bastare anche quando durante l’infanzia ha conosciuto il suo grande talento. Ma non è, e non è mai stato un bisogno campanilistico il mio, il motivo per il quale ho sempre amato Pino.

    Mia mamma, responsabile di molte mie caratteristiche e attitudini artistiche, insieme anche ai suoi fratelli mi fecero conoscere la sua musica. I cd non esistevano ancora, che storia, e vedevo quei 33 giri muoversi sul giradischi e non lo so, quelle sonorità non erano solo melodie…parlavano, raccontavano. Non sto parlando solo dei testi, che hanno avuto un senso molto importante per noi napoletani e non solo, ma parlo proprio dei suoni, delle scelte di Pino Daniele, un rivoluzionario un ragazzo che ha rotto gli schemi sociali attraverso la sua musica: sporca, contaminata di storie, culture diversi, strumenti apparentemente incompatibili e sperimentazioni anche nel campo canoro. Era, è, e sarà sempre un GRANDE GENIO.

    Sto parlando di un ragazzo che in dialetto napoletano ha portato la sua musica ovunque senza paura. Molte persone, (anche napoletani) tante volte non lo hanno inizialmente apprezzato, anche fino alla sua morte sia per “la lingua” che usava, reputata volgare e/o comunque non comprensibile a tutti. Mi discosto da queste opinioni. Il napoletano è considerato una lingua, non è solo un dialetto e va esportato nel mondo come tutte le cose belle. Oltretutto la musica è un linguaggio universale. Perchè poi l’inglese si e il napoletano no? Ecco il primo schema che Pinuccio ha rotto. Un artista che non ha paura delle differenze, ma che anzi ne fa una risorsa. Un napoletano che ama e odia la sua napoli piena contraddizioni proprio come tutti i veri napoletani veraci.

    Cito i miei pezzi preferiti di Pino: Allaria, E so cuntent e sta, Bella mbriana, Putess essere aller, Che ore so, Io vivo come te, Tutta n’ata storia, Qualcosa arriverà, Carte e cartuscelle, Allora si, Sicilì, Domani, Quando, Gesù Gesù, Cammina cammina, Lazzari felici, Jiesc Jiuorn, Un angelo vero, Sara, Anima, Se mi vuoi, O ssaje comm fa o core, Anna verrà, Terra mia, Napul’è, A testa in giù, Nuda, Femmena, Chill è nu buonu guaglione, Nun me scoccià, Musica musica, Voglio di più, A me me piace o blues, I say i sto ca, E cerc e me capì, Viento, Je so pazzo, Basta na jiurnata e sole, Che calore, Fortunato, Nun ce sta piacere, Notte che se ne va, E po che fa, Keep on movin, Ammore scumbinato, Quann chiove, Nustalgia, Sambaccussì, Gente distratta, Invece no, Domani, Che soddisfazione, Pace e serenità, Je sto vicino a te, Je so pazzo, Bambina, Anima, Stress, Questo immenso, Scirocco d’Africa, e qualcun’altra che ho sicuramente scordato.

    Anche il nostro amato Pino, troppo presto ci ha lasciati. Un vuoto immenso per tutto ciò che avrebbe potuto ancora donarci col suo infinito talento. Lo immagino sempre “a far danni” Lassù insieme al suo amico e amatissimo Massimo Troisi di cui ha spesso musicato i film. Oltre a Massimo , Pinuccio ha collaborato con moltissimi artisti e geni della musica italiana ed internazionale, creando atmosfere surreali, magiche nei sui eccezionali live.

    Quanto manchi Pino, unica cosa (e non è da poco) che mi fa sentire l’aria piena di te, è la tua musica, per la quale non smetterò mai di ringraziarti. La mia piccola Sara, non ti conoscerà mai come musicista vivo, ma ti e mi prometto di farle ascoltare tutto di te, perché sei stato un dono per me e i napoletani…ma io credo per il mondo intero della musica e per tutti coloro che non hanno nessuna paura di osare, di dire NO. “T voglio ben Pinù” 😉

    Ecco la mia TOP FIVE per Pino Daniele… stavolta è davvero difficile scegliere solo 5 pezzi. 🙂

    Stefania, quando la musica ti sa far volare fino a quell’ “angelo vero”. ❤

    Un mondo a me vicino: Elisa Toffoli

    la capacità di far vibrare

    Buongiorno a tutti, la seconda artista che scelgo oggi 10 maggio 2020, festa della mamma, è Elisa. E’ prima di tutto una donna mia coetanea e mamma e mi faceva piacere proprio per questo, dedicare questo spazio a chi avesse queste caratteristiche in una festività come quella di oggi.

    Elisa è stata ed è un artista a tutto tondo, molto tenace e volitiva. Ha lottato e fatto una bella gavetta sin da giovanissima, credendo nel suo sogno. Ovviamente ha ricevuto un dono meraviglioso su cui ha saputo lavorare: una voce meravigliosa.

    Devo dire che mi sono accorta nel tempo, che non tutti la amano, sia per il suo timbro sottile e apparentemente poco profondo, sia perché a qualcuno da l’impressione di essere una donna forse troppo “tranquilla”, forse poco trasgressiva. Mi discosto totalmente da queste opinioni che rispetto ma non condivido.

    Mi è capitato di ascoltare la voce di Elisa in un concerto, quindi “dal vivo” e guardandola muovere le sue energie sul palco. Vi assicuro che la sua voce, il suo canto sembrano calare dal cielo e non il contrario. E’ una considerazione che ho fatto solo quando ho ascoltato dal vivo Antonella Ruggero. Vibrano le corde della sua anima durante le sue interpretazioni live e di conseguenza l’effetto negli spettatori è quello di essere completamente rapiti. E’ stupendo riuscire a comunicare così bene ed in modo efficace le proprie emozioni. Non è importante il timbro, o l’ottava che raggiunga o il colore della voce di un cantante. Sono caratteristiche queste, che sicuramente hanno il loro perché, ma per cuorEducato, se vibra l’anima il risultato è sublime.

    Una delle prime canzoni che ho cantato nella mia band da ragazza, è Labirinth, primo singolo di Elisa. L’adoravo già da allora che cantava in inglese ed era molto più “rock” di quanto poi la sua evoluzione di artista abbia rivelato. Ma un talento è un talento!!! E all’epoca mi avvicinavo anche al rock più duro, per questo non ebbi paura di misurarmi con un pezzo non facile come questo. Non so se il mio risultato fosse buono, ma di certo mi divertivo un mondo!

    Anche se fu subito notata con l’uscita del suo primo album, fu solo con la partecipazione a Sanremo che il suo fu un successo clamoroso sia per la giuria popolare che per la critica e da lì in poi il percorso artistico di Elisa ha cominciato a VOLARE!!! Dico che lo merita.

    La mia scelta di oggi è anche dettata dal fatto che ho notato in questo giorni che mia figlia Sara ama molto Elisa, sia il suo viso, che le sue canzoni, soprattutto i duetti… Boh? 😉 Ovvio che mi fa piacere che almeno per ora segua in modo istintivo quelli che sono i miei gusti musicali, ma mi chiedo il perché dei duetti!!! La sua canzone preferita è “Gli ostacoli del cuore” che per me è meravigliosa, oltre al fatto che somiglia molto alla mia storia di vita soprattutto alla parte riguardante il mio fidanzamento con Diogene, matrimonio e prole: Ostacoli del cuore à gogò!!! Però anche tanta felicità e vittorie!!! Infatti anche la colonna sonora del trailer del video del mio matrimonio è una canzone di Elisa : “Love is requited”.

    Vi cito alcune delle canzoni che di lei amo di più: Labirinth, Gli ostacoli del cuore, Ti vorrei sollevare, Eppure sentire, Una poesia anche per te, Qualcosa che non c’è, Broken, Rock your soul, Anche se non trovi le parole, Love is requited, Luce, A feast for me, Anche fragile, Ecco che, Mr. Wont, Se piovesse il tuo nome, Stay, Swan, Together, Fever, Inside a flower, A modo tuo, Almeno tu nell’universo, Heaven out of hell, Rainbow, Hallelujah, e tante altre anche solo interpretate come vedete e non scritte da o per lei.

    Posto qualche pezzo che mi piace, augurandovi una buona domenica e a tutte le mamme una festa in nome di ciò che è più importante di tutto al mondo, soprattutto dei nostri figli: amarli con tutto il cuore.

    Stefania, che oggi è anche la mia festa, anche se Sara gli auguri me li fa tutti i giorni, solo col suo modo sorridente di esistere! 

    I miei primi passi nella musica: Lucio Battisti

    Ritratto gentilmente concesso da Roberta Miele Artwork

    Il primo artista di cui vi parlo è Lucio Battisti. Questa scelta non è casuale, perché sin dal mio primo anno di vita esistono fotografie in cui sono ritratta con cuffie giganti attraverso cui mia mamma mi faceva ascoltare molto spesso la musica di Lucio Battisti. Credo che questo artista abbia formato molto la mia personalità e condizionato le mie scelte verso generi musicali ancora oggi.

    Le sue canzoni più famose in generale, non sono le mie preferite: Acqua azzurra acqua chiara, Non è Francesca, sono solo esempi attraverso i quali voglio dirvi che Lucio ha scritto così tanto e bene, che esistono dei capolavori a molti di noi purtroppo sconosciuti.

    Merito fondamentale e sicuramente riconosciutogli dal panorama musicale, è quello di aver dato una svolta decisiva al pop rock italiano, rivoluzionando la forma della tradizionale canzone italiana dell’epoca cioè quella tra gli anni 60 e 70. Sperimentò molti generi musicali anche integrandoli tra loro con arrangiamenti assolutamente innovativi. Collaborò con il grande Mogol e più tardi anche con Pasquale Panella, interpretando e sperimentando in modo inusuale e originalissimo molti temi e sfaccettature della vita quotidiana sempre in coerenza con la sua grande versatilità musicale.

    Ancora oggi è considerato un genio della musica. Dopo la sua prematura scomparsa nel 1998 pesino il noto giornale New York Times lo definì in un articolo il più famoso cantante pop italianoparagonandolo addirittura a Bob Dylan, per aver definito un’èra.

    Molte sue canzoni sono entrate nella nostra cultura e linguaggio, tanto che molto spesso utilizziamo versi delle sue canzoni come modi di dire o proverbi, anche senza rendercene conto ( es: “lo scopriremo solo vivendo” 😉 ).

    CuorEducato può solo ringraziare Lucio per tutto ciò che gli ha donato in tutti questi anni, anche dopo la sua scomparsa, consapevole che non è stata la sua morte a farglielo amare e scoprire, come è accaduto a molti, ma di aver avuto il grande privilegio di avere una mamma dai gusti musicali molto raffinati per quell’epoca, che gli ha permesso di appassionarsi ad una musica nuova.

    Ho molte canzoni di Lucio nel cuore, forse l’album che amo di più è “Una giornata uggiosa”credo non esista un pezzo di questo disco che a me non piaccia. Cito altre canzoni come: Anche per te, Il nostro caro angelo, Gente per bene gente per male, Questo inferno rosa, Aver paura di innamorarsi troppo, Perché no, Neanche un minuto di non amore, Io vorrei non vorrei ma se vuoi, Comunque bella, Donna selvaggia donna, Maledetto di un gatto, Amarsi un po’, Respirando, Umanamente uomo, Il sogno, La luce dell’est, Un’avventura, Don Giovanni, L’apparenza, Una donna per amico, Il mio canto libero, Nessun dolore, Sì viaggiare, I giardini di marzo, Con il nastro rosa, Pensieri e parole, Io vivrò, Il tempo di morire, Dieci ragazze, Il salame e tante altre ancora che hanno Educato il mio cuore.

    Vi saluto per adesso pubblicando qualche sua canzone…ho l’imbarazzo della scelta, chiedo scusa se non sceglierò le vostre preferite.

    Stefania, una battistiana per eredità materna!!! Grazie mamma, grazie Lucio ❤